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Le richieste vanno rivolte:
– via email, all’indirizzo: segr.ic.levico@scuole.provincia.tn.it
– via fax: 0461 706099
– oppure via posta, a I.C. Levico Terme che ha sede a Via della Pace, 5 - 38056 Levico Terme (TN).
Aggiornato il 27 maggio 2015
Indirizzo e Telefono
Indirizzo: Via della Pace, 5 - 38056 Levico Terme
Telefono: 0461-701253 - 0461/706146
Fax: 0461-706099
Responsabile di Sede
l'insegnante Michela Sottopietra svolge le funzioni di fiduciario di plesso.
Segreteria
Nella sede di Levico Terme gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30, i pomeriggi solo su appuntamento. Durante la sospensione delle attività didattiche gli orari degli uffici di segreteria sono da lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.00.
Telefono: 0461-701253 - 0461/706146
Fax: 0461-706099
Email: segr.ic.levico@scuole.provincia.tn.it
Indirizzo e Telefono
Indirizzo: Via Slucca De Matteoni, 8 - 38056 Levico Terme
Telefono: 0461-415759
Responsabile di Sede
l'insegnante Sara Galvan svolge le funzioni di fiduciario di plesso.
Udienze
il calendario annuale delle udienze e delle riunioni è fissato ad inizio d'anno ed entra a far parte del piano annuale delle attività dell'Istituto Comprensivo.
Informazioni:
E' stata istituita nell'anno scolastico 1963-64, in applicazione della legge numero 1859 del 31.12.1962 che istituì la scuola secondaria di primo grado unica.
Precedentemente era operante la Scuola di Avviamento Professionale. E' intitolata a Giovanni Battista de Gasparis (Levico 1702 - Vienna 1768), giurista, storico, letterato, latinista, riformatore scolastico di altissimo livello. A partire dall'anno scolastico 2000-01 fa parte dell'Istituto Comprensivo di scuola primaria e secondaria di primo grado «Levico Terme».
La storia della Scuola
Prima dell’introduzione dell’istruzione organizzata e obbligatoria avvenuta dopo il 1780, si ha notizia che a Levico venisse impartito qualche insegnamento privato, di solito da parte di ecclesiastici. Alcuni sono ricordati all’inizio del 1500 e nel 1592 si sa che un certo “messer prete Francesco Collò della città di Molfetta” si impegnò con alcuni capifamiglia a svolgere la funzione di “maestro di schola” con un salario di 55 scudi. Negli stessi anni è documentata a Levico la presenza di una “scuola di lettere e umanità”.
Nel 1780 si misero le basi per la prima scuola normale pubblica eobbligatoria; per esaudire al compito si rese necessario assumere 3 maestri e 2 maestre (pagate meno della metà dei loro colleghi maschi) e un “famiglio” incaricato di pulire le aule, di alimentare le stufe e di sorvegliare i ragazzi. Per sovrintendere alla scuola fu incaricato il parroco di Levico.
Nei primi anni si insegnava a leggere, scrivere e i primi principi dell’aritmetica con il calcolo decimale. Nel primo Ottocento esisteva una scuola anche a Selva, affidata al “curato”. Dal 1813 la maggior parte delle classi venne affidata ai curati in quanto “più istruiti” e “si potevano pagare meno”.
L’obbligo scolastico iniziava con il compimento del sesto anno di età, l’anno scolastico a novembre e terminava in luglio. Le vacanze erano previste nei mesi di agosto e settembre, durante i quali i ragazzi, per lo più figli di contadini, erano impiegati per il lavoro nei campi. Si andava a scuola da lunedì a sabato, due ore al mattino e due al pomeriggio; si rimaneva a casa di giovedì; in giugno e in luglio si andava a scuola solo al mattino, per tre ore.
Era molto difficile far rispettare l’obbligo di frequenza in quanto spesso i genitori occupavano i figli in lavori domestici o rurali; i parroci si facevano carico di sollecitare la frequenza anche durante le omelie della domenica. Particolarmente alto era il numero degli assenti nei mesi di novembre, marzo e aprile e soprattutto nelle scuole di Barco, Selva e Masi d’Oltre Brenta. Per quel che riguarda Levico, nel primo trimestre di scuola del 1813 su 535 iscritti, solo 248 frequentavano regolarmente.
Le spese per la scuola erano sostenute per due terzi dal comune; la parte rimanente spettava al governo austriaco; le famiglie contribuivano con piccole somme, soprattutto per il riscaldamento. La manutenzione e lo stipendio degli insegnanti erano spese comunali. I contratti potevano essere semestrali o annuali, rinnovabili; capitava però spesso che i maestri abbandonassero il loro
lavoro, perché avevano trovato un’occupazione migliore. Tutte le scuole venivano visitate periodicamente dagli ispettori scolastici. Le classi potevano arrivare fino a 80 alunni.
Nell’impartire gli insegnamenti particolare attenzione era riservata all’obbedienza all’autorità dello stato e alla religione cattolica. Per invogliare all’impegno, alla fine di ogni anno scolastico si teneva la premiazione dei migliori con la consegna di diplomi di merito. Nel 1816 fu istituita anche una scuola festiva di ripetizione, obbligatoria per i ragazzi dai 12 ai 15 anni.
Fino al 1828 le scuole di Levico non avevano una sede fissa, quelle maschili erano sistemate nella vecchia casa di riposo fino al 1825, mentre quelle femminili trovavano posto nell’Ospizio francescano. Fu quindi sistemata l’ex casa Tonelli, situata nell’attuale via Diaz, già via delle Scuole.
Con una legge del 1868 venne tolta alla Chiesa la gestione dell’istruzione pubblica “normale” e venne affidata alla diretta sorveglianza di strutture governative che introdussero il consiglio scolastico provinciale, il consiglio scolastico distrettuale e infine il consiglio scolastico locale, quest’ultimo in ogni paese, che si sostituì all’azione di controllo fino ad allora esercitata dai rappresentanti del clero.
Con il passare degli anni e l’aumento della popolazione scolastica, si rese necessario individuare una nuova sede. Dapprima si valutò l’opportunità di acquistare il fabbricato dell’ex filanda Rinaldi (dove si trova l’ex Cinema Città), ma in seguito si optò per una nuova costruzione nel “Prato dell’ospitale”.
Gli attuali edifici che ospitano la scuola primaria e secondaria di primo grado risalgono al 1913-16. Le strutture sono articolate in due piani fuori terra ed uno seminterrato, per un totale di circa 35 locali ognuno adibiti ad aule, uffici, servizi vari. Sono in posizione contigua al centro della cittadina, silenziosa e con buona presenza di verde, nelle vicinanze del parco cittadino.
All’epoca della progettazione (1911) la popolazione scolastica di Levico era di 736 alunni suddivisi in 12 classi, cui si aggiungevano corsi di perfezionamento professionale e per l’insegnamento della lingua tedesca per un totale di 15 classi. Il progetto prevedeva 20 classi con la possibilità di ridurre il numero di alunni per classe, da 80 a 50, per un limite massimo di 60. Tale numero di classi indusse il progettista, l’ingegnere civico F. A. Norcen, a dividere la scuola in due corpi di fabbrica, uno per la scuola femminile e uno per la maschile. Tra i due corpi didattici avrebbe previsto una sala ginnica, una sala per riunioni, la direzione didattica, la biblioteca, la centrale termica, collegati tra loro da un leggero porticato; questo edificio non venne realizzato. I lavori, assegnati all’impresa edile di Eduino Maoro di Pergine, iniziarono fra aprile e maggio 1913 e continuarono regolarmente fino al 1915.
Podestà di Levico al momento della costruzione degli edifici era Gino Sluca de’ Matteoni, cui è dedicata la via su cui si affacciano.
Da più di dieci anni la scuola primaria di Levico accoglie tutti gli alunni del bacino comunale; nel corso degli anni sono stati infatti soppressi i plessi scolastici sparsi sul territorio e nelle frazioni. Si ricorda infatti che le scuole periferiche sono state chiuse nei seguenti anni scolastici:
Nell’anno scolastico 1979/80 il plesso di Novaledo passò dalla Direzione didattica di Levico a quella di Borgo 2. Le notizie sono state tratte da
“La parrocchia di Levico nell’Ottocento”, Tesi di laurea di Fortunato Caresani, Università degli studi di Padova, Istituto di storia delle religioni, anno acc. 1979/80
“Levico. I segni della storia”, a cura di Nino Forenza e Massimo Libardi, 2000
La scuola secondaria di primo grado di Levico
La scuola media è stata fondata nell'anno scolastico 1963-64, in applicazione della legge n. 1859 del 31.12.1962 che istituì la scuola media unica.
Precedentemente era operante la Scuola di Avviamento Professionale. E' intitolata a Giovanni Battista de Gasparis (Levico 1702 - Vienna 1768), giurista, storico, letterato, latinista, riformatore scolastico di altissimo livello.
Giovanni Battista de Gasparis de Montenovo (Levico 1702 - Vienna 1768) fu gesuita, gentiluomo presso l'Ambasciatore imperiale in Venezia, traduttore per conto delle case editrici veneziane e padovane, segretario a Milano della Contessa Clelia Borromeo, provicario vescovile a Trento, docente presso la cattedra di storia di Ettal in Baviera, membro del Cenacolo Letterario dell'Arcivescovo Firmian a Salisburgo, Gran Cancelliere della Corona nel 1741, Auditore Generale nel Principato di Castiglione delle Stiviere dopo il 1757, ricoprì la cattedra di Storia all'università di Vienna, offertagli dalla Imperatrice Maria Teresa, dal 1759.
Fu in relazione con i maggiori e più avanzati intellettuali del suo tempo. Di particolare rilievo l'amicizia e la collaborazione con Ludovico Antonio Muratori. Operò brevemente a Venezia ed a Trento, poi ad Ettal in Baviera (docente di storia all'Accademia dei Nobili nel collegio benedettino) e soprattutto a Salisburgo e, dopo una breve parentesi in Polonia, a Vienna. A Salisburgo ebbe modo di innovare profondamente l'insegnamento e la ricerca in campo storico, introducendo e difendendo le teorie del Muratori. Vasta risonanza ebbe la sua storia dell'eresia luterana in quell'arcivescovado. Collaborò alla riforma degli studi universitari.
A Vienna giunse nel 1759 su invito dell'imperatrice Maria Teresa per occupare la cattedra di storia presso la locale università da pochi anni trasformata in istituto statale. Oltre ad insegnare e a coltivare la ricerca storica, fece parte in qualità di responsabile per le Lettere Umane della ristretta Commissione Aulica che doveva riformare la scuola austriaca. Il suo progetto venne adottato in tutti i paesi della monarchia con decreto di Corte del 4 febbraio 1764. Il Cancelliere Kaunitz ordinò poi che venisse introdotto anche in Lombardia. Purtroppo le opere inedite furono da lui bruciate poco prima della morte.
OGGI
Dal 12 settembre 2011 gli studenti della scuola primaria e della scuola media di Levico frequentano le lezioni in un nuovo e spazioso edificio scolastico situato in via della Pace 5. Qui hanno sede anche gli uffici amministrativi e la dirigenza.
Si tratta di una struttura di grandi dimensioni, articolata in più corpi di fabbrica progettati all’interno di una vasta area verde alle falde del monte Fronte. Attorno al corpo centrale, dove sono stati collocati gli uffici amministrativi e altri locali di servizio, si snodano in varie direzioni le braccia della struttura che ospitano le aule, i laboratori, le palestre e la mensa.
A nord-est si trovano la mensa (con una capienza di più di 250 posti), un’ampia palestra e una sala ginnica che può essere divisa in due parti tramite una parete scorrevole; completano questa parte servizi e spogliatoi.
A sud-est sorge la parte di edificio dove sono collocate le aule didattiche (18) della scuola secondaria di primo grado, completate da due laboratori per l’educazione artistica, due per l’informatica, due per l’educazione musicale, uno per le scienze, uno per le attività teatrali, due per le attività manuali. Per la scuola primaria sono state previste, a sud-ovest, 20 aule didattiche, laboratori di scienze, artistica, informatica, attività manuali, musica. Altri spazi sono comuni fra i due ordini di scuola, come la sala riunioni, la biblioteca del secondo piano e il laboratorio linguistico. Aule speciali sono distribuite nei vari piani della scuola.
Un ampio cortile accoglie gli studenti al momento dell’entrata a scuola; all’esterno sono stati inoltre previsti una pista di atletica, un campo da calcetto e uno da basket e dei parcheggi.
Si tratta del traguardo di un lungo cammino iniziato prima del 2003, quando durante l’estate l’allora sindaco Carlo Stefenelli firmò l’atto di compravendita del parco della CRI nazionale e trentina dove sarebbe poi sorto il complesso architettonico, nei pressi del parco, progettato dall’ITEA.